Divinare è immaginare nel modo giusto
L’importanza dell’intuito e dell’invenzione nella pratica della lettura dei Tarocchi
In un mondo reale e virtuale sempre più appiattito sul consumo della cronaca e sul qui ed ora, penso al mazzo di tarocchi, con il suo dirompente e multiforme immaginario, come a un potente mezzo per disinibire due facoltà che nei molti contesti prettamente tecnocratici in cui ci muoviamo sono ignorate, passate di moda, addirittura derise: l’intuito e l’invenzione.
Oswald Wirth, importante esoterista svizzero a cavallo tra Ottocento e secolo scorso, nel suo indispensabile testo sui Tarocchi scrive: divinare è immaginare nel modo giusto, massima che, nutrendo io grande fiducia e speranza nelle storie e nei regni dell’immaginazione, ho fatto mia con grande gioia fin dalla prima lettura.
Il mazzo di Tarocchi è un generatore di storie e scenari, essi possono nutrirci, indirizzarci, guarirci, spronarci, metterci in guardia, salvarci.
Arcani maggiori e arcani minori integrano slanci universali e minuzie quotidiane e possono rendere ogni lettura un avventuroso momento di riflessione e evoluzione.
In questo spazio vorrei affrontare i vari approcci che si possono scegliere per leggere i tarocchi (e che vanno ben oltre al fondamentale approccio previsionale), esplorare l’importanza di uno sguardo intuitivo che dai tarocchi può essere esteso a ogni territorio della nostra vita individuale e collettiva, e sottolineare la grande importanza che ha l’immaginazione non solo come strumento di decodifica del mazzo, ma soprattutto come arma da affilare per rendere ricco, sensato e abitabile il quotidiano.