La tecnica OCA
Un ponte tra la carta e il consultante
Ogni volta che un lettore di Tarocchi volta una carta, deve fare una scelta: come collegare ciò che ha studiato con il mondo concreto del consultante? La teoria fornisce linee guida, ma la realtà di un consulto è sempre più sfumata e complessa. Il lettore si trova spesso di fronte a situazioni in cui i significati studiati non coincidono con la domanda posta, lasciandolo in un limbo interpretativo.
I consultanti possono essere reticenti o eccessivamente prolissi, possono avere desideri impliciti o formulare domande vaghe. In ogni caso, il lettore deve trovare una chiave di accesso tra il simbolismo della carta e il contesto della richiesta. Ma come fare quando la connessione tra la carta e la domanda non è immediata?
Se ci basassimo unicamente sui significati tradizionali, la lettura rischierebbe di essere rigida o inefficace. Pensiamo a una domanda come: “Dovrei abbassare il prezzo del mio scooter per venderlo più velocemente?”
E immaginiamo di estrarre L’Eremita, che nei manuali è spesso associato a solitudine, crisi e ricerca interiore. A prima vista, questa carta sembrerebbe poco utile per rispondere. Eppure, il problema non è la carta, ma il modo in cui la leggiamo.
La tecnica OCA: Un Approccio Concreto
Per risolvere questa difficoltà, occorre cambiare prospettiva. Non si tratta di costringere il consultante dentro le definizioni del Tarocco, ma di bagnare la carta nel mondo della sua domanda, lasciando che il significato emerga da un’interazione più fluida tra simbolo e contesto.
La tecnica OCA nasce proprio con questo scopo. È una strategia che aiuta il lettore a orientarsi senza restare prigioniero di definizioni preconcette. L’oca, d’altronde, è un animale simbolico, legato all’istinto, alla veggenza e al movimento: nella sua natura vi è già l’idea di un viaggio e di una guida. Questo metodo invita a focalizzarsi su tre elementi fondamentali della carta, in relazione alla domanda del consultante. Oggetti, Contesto e Azione.
Si tratta di categorie empiriche, immediatamente riscontrabili nell’immagine, che permettono di creare un ponte tra la carta e la realtà del consultante, senza appoggiarsi unicamente alla teoria tradizionale. Il Tarocco non è offre formule fisse in ambiti consultivi. È un’immagine in movimento, che trova il suo senso solo se immerso nel mondo di chi lo interroga.
Invece di un’interpretazione rigida e scolastica, si cercano connessioni tra le tre categorie e la realtà del consultante. E questo rende il Tarocco strumento vivo, atto ad aprire e non a chiudere idee. Durante l’intervento il pubblico sarà chiamato operativamente ad applicarla.
