Semi di rivolta interiore: i Tarocchi in tempo di crisi

Nell’epoca che stiamo attraversando mi sono chiesta a lungo quale sia il senso della pratica dei tarocchi (come di qualsiasi altra) che non è certo slegata dal contesto della crisi planetaria e dell’incedere di politiche reazionarie, razziste e speciste – quasi l’ultimo grido al massacro di un sistema estrattivista nel quale una gran parte di umanità si è illusa di prosperare alle spese di tutto il resto. 

Questa riflessione ha preso una forma più chiara negli ultimi mesi dell’anno 2024, un anno che si è aperto e chiuso all’insegna della Torre. Sono tornata sui passi di vecchie esplorazioni, le stesse che mi avevano condotto a scrivere Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ), per vedere quanto il sentiero fosse cambiato. Nell’introduzione al saggio scrivevo: “Non possiamo esaurire i significati delle immagini, prima di tutto perché dobbiamo sempre partire dal presupposto che non vi sia, di base, alcun significato: le carte non sono il bene o il male, chiuse nella loro scatola non sanno nulla delle nostre esistenze individuali – reagiscono però alla nostra persona e al nostro vedere, seppure parziale. Vedere, divinare, senza timore di questa parola che racchiude la qualità magica del nostro strumento”.  

A distanza di qualche anno mi trovo a scrivere: “Attivare una carta significa visualizzarla fuori dal suo riquadro, proiettandola nella realtà. Cerco corrispondenze fra la carta ed episodi recenti. La Torre si manifesta quale emblema di squilibrio, interruzione violenta, impeto di forza da ricondurre nel ciclo delle esistenze”.

Da qui possiamo partire insieme per riscrivere il percorso degli Arcani, stabilire corrispondenze fra le immagini e l’esterno.

Nelle carte non troveremo soluzioni, ma meditazioni, intuizioni da tenere con noi, la possibilità di prendere il tempo per mettere a fuoco quanto succede, per aprire squarci attraverso l’attualità e, se non guarire, almeno rendere voce alle cose oppresse.

In questo incontro, spaziando fra Arcani Maggiori e Minori, vorrei raccontare quest’esperienza e condividerla quale forma di attivismo spirituale che coinvolge sia l’individuo sia la formazione di nuove comunità – danneggiate, ma consapevoli che ogni viaggio, nelle immagini, nel mondo, è un attraversamento collettivo.